18/03/11 In Uzbekistan nel 2010 sono state 2325 le vittime di reati connessi al traffico umano

Дата публикации: Feb 09, 2012 1:36:3 PM

IN UZBEKISTAN NEL 2010 SONO STATE 2325 LE VITTIME DI REATI CONNESSI AL TRAFFICO UMANO

Come segnalato da un rappresentante del Ministero dell’Interno del paese al corrispondente dell’agenzia d’informazione, i risultati relativi al 2010 evidenziano che in Uzbekistan ci sono state 2325 persone vittime di delitti connessi al traffico umano.

Secondo l’interlocutore dell’agenzia questa cifra è diminuita per più di due volte rispetto al periodo analogo del 2009.

“In particolare 499 donne e 1826 uomini sono stati vittime del traffico umano nel 2010. Questi dati segnalano l’intensificazione dell’attività delle forze dell’ordine, volta prima di tutto alla prevenzione di questo genere di reati, nonchè all’individuazione tempestiva e al richiamo di persone che si occupano di traffico umano, in particolare di donne e bambini, a rispondere penalmente” – ha segnalato la fonte.

Ha inoltre comunicato che nel luglio del 2008 è stato redatto un documento normativo dal Ministero dell’Interno dell’Uzbekistan intitolato “Sull’intensificazione di lotta degli organi di affari interni della repubblica contro il traffico umano”. “In conformità a questo documento nel ministero è stata introdotta una propria registrazione statistica relativa al traffico umano, permettendo così di analizzare ogni mese la condizione di criminalità in questo ambito e adottare tempestivamente misure organizzative e preventive per contrastare questo tipo di reato. Per aumentare l’efficacia della lotta contro questo tipo di crimine all’interno del Ministero dell’Interno dell’Uzbekistan è stato creato, inoltre, un ufficio specializzato nel contrasto al traffico umano insieme ai suoi reparti locali. E’ stata inoltre elaborata una tipologia di resoconti, così ogni mese vengono raccolti nel paese i dati sui fatti del commercio umano, sulle persone che hanno comesso delitti e sulle vittime di reati analizzati anche per il censo d’età” – ha concluso l’interlocutore dell’agenzia.

Stando ai risultati della ricerca effettuata dal Centro di sondaggio dell’opinione pubblica “Iztimoij fikr”, che ha fatto un sondaggio tra le vittime di reato relativi al traffico umano, la maggior parte degli uzbeki fatti schiavi fanno un lavoro faticoso e nocivo alla salute nei cantieri (62,9%). Ogni settima vittima di schiavitù è stata impegnata nel lavoro fisico nell’agricoltura (15,4%), oppure veniva costretta a prostituirsi (14,7%). Tra gli intervistati ci sono state anche vittime di una attività criminale relativamente nuova, il traffico di organi, che costituiscono lo 0,7% del totale. I risultati del sondaggio hanno fornito un ritratto sociale completo della vittima del traffico umano. Sono prevalentemente uomini (73,4%) di età tra i 25 e i 40 anni, che antepongono il guadagno, alto secondo loro, al genere di “lavoro”. Nel caso di rifiuto ad appagare richieste degradanti il 45,5% è stato sottoposto a pressione psicologica e a minacce di vario genere, il 19,6% degli intervistati venivano fatti morire di fame, uno su dieci è stato picchiato, il 5,6% è stato rinchiuso in una cella di rigore, il 3,5% è stato violentato. Vivevano in condizioni difficili: il 55,2% dormivano sul pavimento o su un bancone rinchiusi in 515 persone in una stanza in cui erano assenti mezzi di igiene, il 7,7% degli intervistati sono stati rinchiusi in sotteranei e scantinati, il 6,3% in baracche. Alla domanda “Chi vi ha coinvolto nella schiavitù sessuale?” – il 47,6% degli intervistati ha risposto che l’hanno fatto persone accidentali, non conosciuti prima del momento di proposta, mentre il 44,1% è stato attirato in schiavitù dalle persone che conoscevano bene e da tanto tempo, il 4,2% da parenti stretti, il 2,8% da parenti lontani, l’1,4% dai loro vicini.