Commenti libro

COMMENTI DEL LIBRO

Avv. Vittorio Giorgi,

membro dell’Associazione degli avvocati italiani “Eurojuris Italia”

Curare la prefazione di un libro scritto da una persona autorevole è certamente una grande “soddisfazione”, ma quando quella persona autorevole è Islam Karimov, Presidente della Repubblica dell’Uzbekistan, allora si tratta di un grande “onore”. Perciò vorrei che il nero inchiostro della mia penna diventasse un raggio di luce su questo meraviglioso Paese e sul suo straordinario popolo. Per oltre duemila anni la regione dell’Uzbekistan, definita la Perla dell’Asia centrale, è stata la terra di passaggio e il luogo d’incontro di popoli, religioni e culture, di mercanti, scienziati e filosofi. Per la sua posizione geografica, è stata il centro fisico e vitale degli scambi culturali e commerciali che avvenivano tra la Cina e l’Europa attraverso la mitica Via della Seta. Si tratta di una complessa rete di percorsi carovanieri che partivano da Chang’an (l’odierna Xi’an) in Cina e, attraverso aspre montagne, steppe e deserti, giungevano nelle spettacolari città di Samarcanda, Bukhara, Khiva e Taskent (site nell’attuale Repubblica dell’Uzbekistan), proseguivano lungo le vaste regioni della Persia e dell’Iraq, terminando a Damasco in Siria. Questo tragitto, lungo diecimila chilometri, veniva coperto in circa otto mesi da vari spedizionieri che trasportavano le preziose merci orientali (sete, monili, vasellame, spezie) sul dorso di cavalli, muli e cammelli. Da Damasco le merci giungevano poi negli empori veneziani a bordo delle veloci galere che solcavano il Mar Adriatico, sostando negli incantevoli porti della Dalmazia e dell’Istria, oppure via terra, attraverso la Turchia ed i Balcani.

Gran parte dell'attuale Uzbekistan corrisponde all'antica provincia persiana di Sogdiana, conquistata nel IV secolo a. C. da Alessandro Magno, il quale rimase completamente rapito dalla bellezza della città di Samarcanda e dal fascino di Roxana, figlia di un principe locale, che divenne sua sposa. E la scena del matrimonio di Alessandro e Roxana nel 1787 è stata dipinta sulla volta della “Sala di Alessandro” nella splendida Reggia borbonica di Caserta! Seguirono poi le dominazioni e le influenze culturali degli arabi, dei turchi e dei mongoli. Nella seconda metà del 1200, il giovane Marco Polo, al seguito del padre Niccolò e dello zio Matteo, mercanti veneziani, percorse la Via della Seta per raggiungere la lontana Cina, dove trascorse circa venti anni come consigliere e ambasciatore personale di Kublai Khan, il sovrano mongolo, nipote di Gengis Khan. Tra i numerosi viaggi compiuti nelle città asiatiche e narrati nel “Milione”, Marco Polo ci fornisce una descrizione di Samarcanda nel periodo di massimo splendore. Alla fine del 1300 il condottiero Tamerlano, governatore di Samarcanda, creò un grande Impero esteso dall’Egitto fino alla Cina, e dalla Russia fino all’India. Nella battaglia di Ankara del 1402 Tamerlano sconfisse il sultano turco Beyazit, rinviando così di 50 anni l’invasione ottomana dei Balcani.

Questa straordinaria Terra ha dato i natali al medico-filosofo Avicenna (XI sec.) padre della medicina moderna, autore de "Il libro della guarigione" e "Il canone della medicina", all’astronomo Mirzo Ulugbek (XIV sec.) che scrisse “Le nuove tabelle astronomiche” e realizzò a Samarcanda il più importante osservatorio astronomico del suo tempo, al poeta ed umanista Alisher Navoi (XV sec.) fondatore della letteratura Uzbeka. Nella seconda meta del 1800 la regione venne incorporata dalla Russia zarista e, successivamente, diventò una delle 15 repubbliche dell’Unione Sovietica. A seguito della disgregazione politica ed ideologica dell’URSS, il 1° settembre 1991 l’Uzbekistan (letteralmente, Terra degli Uzbeki) ha proclamato la propria indipendenza. E da quel giorno il popolo uzbeko ha ritrovato la sua antica identità! Negli anni seguenti sono state attuate ampie riforme nel campo politico, giuridico, economico e sociale che lo hanno reso non solo un Paese democratico, ma anche estremamente produttivo. Oggi l’Uzbekistan è un repubblica presidenziale, retta dal 1991 da Islam..Karimov, dotata di un sistema parlamentare bicamerale. L’ordinamento giuridico si basa, al pari di quello italiano, sulla Civil Law. Sebbene questo Paese non sia figlio della cultura latina, nelle sue Facoltà di Scienze Giuridiche si studia anche il diritto romano!

Le spettacolari architetture delle città senza tempo di Samarcanda, Bukhara, Khiva e Shakhrisabz, con le loro moschee, i minareti, le madrase ed i monumenti dai mille colori, rappresentano oggi una vera attrazione per i turisti da tutto il mondo. La capitale Taskent è invece una moderna metropoli con oltre due milioni di abitanti. L’Uzbekistan ha una superficie territoriale di 447.400 kmq (una volta e mezzo l’Italia) ed una popolazione di 26 milioni di abitanti, costituita per il 50% da minori di 18 anni: è la più giovane popolazione al mondo!! E’ il Paese della Pace, dell’ospitalità e dell’integrazione, dove vivono più di 100 etnie. La principale è quella uzbeka (80%). Punti di forza della società e della famiglia uzbeka sono i principi ed i valori della religione musulmana, che rappresentano una sorta di legante tra le antiche radici e la modernità. Oggi, in questo primo decennio del terzo millennio caratterizzato da una crisi economica devastante che non ha risparmiato alcun popolo e Paese, l’attenzione degli economisti è rivolta verso l’area centroasiatica. Considerato che le materie prime sono fondamentali per la crescita e la ripresa economica, l’Uzbekistan ricopre un ruolo importante sul palcoscenico mondiale, grazie alle sue notevoli risorse naturali: petrolio, gas, oro (4° posto nel mondo per le riserve e 9° per l’estrazione), argento, rame e uranio. I settori più sviluppati dell’economia sono il turismo, l’agricoltura, l’industria energetica e metalmeccanica, (produzione di aerei, automobili, macchine agricole) e quello tessile (produzione di tessuti di cotone, 5° posto al mondo, lana e seta).

Il libro scritto dal Presidente Karimov, oltre ad illustrare in modo approfondito e chiaro la situazione attuale del suo Paese - che rispecchia quella che si è verificata a livello mondiale, derivata in parte dalla globalizzazione - propone delle interessanti strategie per ottimizzare le risorse naturali e per potenziare il sistema produttivo industriale.

In questo ampio contesto, il “filo di seta” rappresenta un ideale collegamento tra la mia città, Caserta, sede della corte del Regno delle Due Sicilie durante il periodo borbonico, e l’Uzbekistan. Re Ferdinando IV di Borbone alla fine del 1700 fece realizzare a Caserta, nella incantevole zona di San Leucio, la prima fabbrica statale per la produzione di seta. Oggi, grazie ai moderni stabilimenti, la tradizione serica continua e quei raffinati tessuti sono conosciuti ed esportati in tutto il mondo, a testimoniare che il sottile filo di seta, dopo millenni, continua ancora idealmente a collegare popoli e Paesi così distanti tra loro.

Vittorio Giorgi fa l’avvocato civilista a Caserta. Si occupa anche di relazioni internazionali. Appartiene all’Ordine degli Avvocati di Santa Maria Capua. Ha partecipato come “osservatore” alle elezioni presidenziali in Uzbekistan nel 2007, e nel 2009 a Tashkent al seminario internazionale “Judicial and Legal Reform” con una relazione sull’istituto dell’avvocatura in Italia. E’ docente alla Libera Facoltà di Scienze Turistiche di Caserta ed è presidente dell’associazione “URSE - Unione Regioni Storiche Europee”.

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Lino Lofreddo

Dirigente D.G. Politica Commerciale Internazionale

Ministero Sviluppo Economico

La pubblicazione del Presidente Islam KARIMOV sui problemi dell’attuale crisi che sta interessando l’economia mondiale e le misure adottate dall’Uzbekistan per farvi fronte.

Sono, infatti, diversi anni che per motivi professionali seguo le vicende economiche dell’Uzbekistan e degli altri Paesi di quell’ importante scacchiere geo-politico del mondo che è l’Asia centrale.

La responsabilità di curare l’organizzazione di consultazioni intergovernative periodiche in materia economico – commerciale, definite nel gergo diplomatico Commissioni Miste bilaterali, mi ha consentito di seguire, da un osservatorio privilegiato, la realtà economica uzbeka e lo sviluppo dei rapporti commerciali dell’Uzbekistan con l’Italia, per conto del Ministero delle Attività Produttive prima e del Ministero del Commercio Internazionale poi ed oggi, del Ministero dello Sviluppo Economico.

Proprio osservando l’attuale livello delle relazioni commerciali tra Uzbekistan ed Italia, si può affermare che l’interscambio tra i due Paesi continua a risultare in rapida ascesa, benché non appaia ancora adeguatamente commisurato alle notevoli potenzialità delle rispettive economie, tra loro complementari ma non in competizione.

Va inoltre aggiunto che le relazioni convenzionali tra Italia ed Uzbekistan, per quanto riguarda il settore economico, possono definirsi ormai pressoché perfezionate: l’Accordo sulla promozione e la protezione degli investimenti, la Convenzione per evitare le doppie imposizioni fiscali, l’Accordo sull’autotrasporto internazionale, l’Accordo sulla mutua assistenza doganale costituiscono tasselli di un quadro di riferimento giuridico affidabile per le imprese dei due Paesi.

Per completare la messa a fuoco della collaborazione economica ed industriale tra Italia ed Uzbekistan, va infine sottolineato che, nel corso degli ultimi anni, sono stati individuati alcuni settori chiave, considerati prioritari per le potenzialità di sviluppo dei rapporti tra le economie dei due Paesi. Si tratta, in particolare, del settore agro-industriale, di quello tessile (in prevalenza quello cotoniero e serico), di quello energetico (gas), di quello delle materie prime(oro), di quello della lavorazione del pellame, di quello infrastrutturale e dei trasporti, di quello delle nuove tecnologie, dello sviluppo delle PMI e del turismo.

La crisi finanziaria globale e le sue gravi implicazioni nell’economia reale rischiano, purtroppo, di avere delle ripercussioni negative anche nell’andamento dell’interscambio commerciale italo - uzbeko e nello sviluppo della cooperazione economica ed industriale tra i due Paesi.

Tuttavia, l’impianto di misure adottato dalle Autorità di Tashkent per fronteggiare la crisi finanziaria - attraverso interventi decisi a livello centrale, d’ispirazione vagamente keynesiana - dovrebbe fornire delle risposte per tutelare gli interessi nazionali, consentendo, allo stesso tempo, un rilancio dell’economia uzbeka anche su scala internazionale.

L’efficacia di tali misure dovrebbe, inoltre, favorire anche le premesse per un nuovo corso della collaborazione economica ed industriale italo-uzbeka, attraverso rinnovate opportunità di cooperazione per le imprese. Si tratta di opportunità da cogliere con tempismo e prontezza soprattutto in un momento delicato e complesso come quello dell’attuale crisi economica globale.

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Pietro Malara

Direttore Ufficio Accordi Bilaterali

Ministero della Sanita’

L’invito mi è particolarmente gradito in quanto, nella mia qualità di dirigente del Ministero della Salute italiano, nel settore degli accordi bilaterali ora confluito nel Ministero del Lavoro, salute e politiche Sociali, ho avuto l’occasione di incontrare i funzionari dell’Ambasciata, avviare con loro un confronto, e redigere insieme il testo di un Memorandum d’Intesa per la collaborazione con l’Italia nel campo della Salute e delle Scienze Mediche che auspichiamo possa essere firmato in breve tempo. Ciò consentirà di avviare una collaborazione tra i nostri Paesi in un settore chiave per lo sviluppo sociale ed economico dei popoli e che può inoltre contribuire alla stabilità politica e alla pace.

L’analisi che il Presidente Karimov compie sulla crisi economica mondiale è attenta e proiettata al futuro. Nella prima parte sono evidenziate le principali cause e conseguenze della crisi emerse anche negli incontri internazionali dei Paesi più industrializzati: di rilievo la considerazione che nel sistema globale del libero mercato, pensato fino ad ora come un santuario inviolabile è stato raggiunto un punto di non ritorno e che tutte le politiche economico-finanziarie e monetarie debbono tenere conto e riprogrammarsi sulla base dell’accettazione di una riduzione complessiva del PIL di una ridotta crescita economica e di minori consumi. Non è ancora possibile fare previsioni se si tratti di una tendenza solo ciclica o destinata a ripresentarsi anche nel breve periodo.

Sono poi esaminate nel dettaglio le modalità di sviluppo della “bolla finanziaria” che ha visto l’Uzbekistan mettere in atto tempestivamente misure preventive nel sistema bancario, passando gradualmente da una gestione centralizzata e guidata dalla politica ad una gestione libera e potenziata ma appoggiata da un forte sostegno statale che ha garantito la liquidità e il credito attraendo gli investimenti esteri. Ciò ha messo il Paese al riparo da alcune delle conseguenze più negative della crisi.

Nella seconda parte il Presidente illustra i risultati delle attività economiche e di investimento nel 2008 e nei primi mesi del 2009: l’Uzbekistan è in contro tendenza positiva rispetto al resto del mondo registrando un formidabile aumento del PIL, del volume degli investimenti, del reddito pro-capite, delle attività produttive attraverso una accentuata diversificazione, dei servizi e dei grandi progetti infrastrutturali, con una equa redistribuzione delle risorse su tutta la popolazione.

Grandi risultati anche sul piano dell’occupazione che è aumentata notevolmente grazie anche ad una politica dinamica e di difesa delle fasce più deboli di popolazione. Un sistema bancario solido e articolato, alimentato dalla immissione di rilevanti liquidità da parte dello Stato che ha ricevuto il riconoscimento internazionale delle più importanti agenzie mondiali.

Naturalmente neanche l’Uzbekistan che pure si trova in una situazione strutturalmente più favorevole può essere esente dalle conseguenze negative della crisi. Tuttavia ci ricorda il Presidente che avere seguito i principi di un modello di libero mercato fortemente orientato al sociale ha consentito e potrà consentire nel futuro di controllare più agevolmente i fattori economici destabilizzanti.

Una politica di forti incentivi alle esportazioni e al sostegno dei consumi interni accompagnata dallo sviluppo tecnologico e strutturale, dal contenimento dei costi di produzione, a dal risparmio energetico ha costituito il fondamentale argine alla nuova situazione.

Occorre però guardare al futuro e al dopo-crisi; più di 300 grandi progetti rivolti all’ammodernamento tecnologico e strutturale nel settore energetico e in quello dei trasporti sono stati già programmati e finanziati.

Ma è altrettanto importante rivolgere attenzione alla qualità della vita e al paesaggio soprattutto nelle zone rurali che rischiano altrimenti di rimanere emarginate, al di fuori del circuito dello sviluppo. Un piano di ammodernamento delle abitazioni, di crescita dell’industria di trasformazione degli alimenti, di sostegno alle piccole e medie imprese, interventi per le infrastrutture e la viabilità e lo sviluppo di servizi e strutture sociali è altrettanto necessario.

Un ultimo richiamo è sul potenziamento del sistema bancario che deve assicurare una presenza diffusa nel Paese degli Istituti di credito e puntare alla crescita del risparmio e alla promozione dei progetti di investimento.

Concludo la mia presentazione con sinceri auguri al Presidente e al popolo Uzbeko per un avvenire sereno e ricco di soddisfazioni nel quale lo sviluppo di un sistema sanitario e sociale solido, equo ed universale gioca senz’altro un ruolo importante.

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Silvio Panaro

Presidente Camera di Commercio Italo Orientale

Mirabile sintesi di audacia e prudenza; l’audacia nell’affrontare con determinazione indomita una crisi globale non lieve; la prudenza di percorrere nuovi tragitti adottando gli insegnamenti che la lunga esperienza di governo ha accumulato.

L’attenzione allo sviluppo delle piccole e medie imprese, l’ansia di garantire ai giovani prospettive di lavoro ben retribuito, l’attenzione alle esigenze delle donne, le mamme ed i loro bimbi, ma soprattutto una chiara visione del tracciato da seguire per costruire un futuro sostenibile nei villaggi come nelle citta’.

L’ammodernamento, l’innovazione tecnologica insieme alla cura per l’alimentazione, per le coltivazioni nelle zone rurali.

E nuovamente l’audacia di trasformare il problema in una risorsa: questa e’ modernita’ del pensiero e dell’azione.

Tutto questo ritrovo nelle misure adottate dal Presidente Islam Karimov al quale auspico che il Suo sogno di un Uzbelistan prospero e felice si inveri sotto la sua alta guida.

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Antonio Loche

Segretario Generale, Istituto per le Relazioni tra l’Italia e i Paesi dell’Africa, America Latina, Medio e Estremo Oriente (IPALMO) e Istituto Italiano per l’Asia e il Mediterraneo (ISIAMED).

La pubblicazione che ho l’onore di presentare vede la luce alla vigilia di una svolta storica per la comunità internazionale.

Il testo è stato scritto infatti pochi giorni prima della primavera del 2009, la prima del terzo millennio ad essere segnata da una globale e spaventosa crisi economica e finanziaria che si è diffusa su tutto il pianeta abitato.

E poche settimane dopo l’insediamento del primo Presidente americano di colore, una scelta collegata ad un programma di governo degli Stati Uniti d’America politicamente e culturalmente assai innovativo, quasi rivoluzionario.

Il manoscritto è stato consegnato in tipografia mentre erano anche in corso a Londra gli ultimi preparativi per accogliere il Summit del G20 del 2 aprile, convocato per dare risposte alla crisi economica e finanziaria e mentre era programmato a Strasburgo un vertice dei Paesi Nato che, pur in una cornice celebrativa del 60° anniversario dell’Alleanza Atlantica, prevedeva all’ordine del giorno dei lavori l’attesissima presentazione della nuova strategia USA per l’Afghanistan, il cuore e simbolo della nuova politica estera degli Stati Uniti e di una risposta globale al terrorismo.

Sullo sfondo dello scenario l’importante invito al dialogo lanciato alcuni giorni prima da Obama al popolo iraniano alla vigilia del Nouruz ed il primo contatto ufficiale politico e diplomatico nella capitale olandese tra due rappresentanti di governo di Iran e Stati Uniti, per la prima volta dopo oltre 30 anni dalla Rivoluzione islamica del 1979, oltre all’appello alla comunità islamica mondiale che il presidente americano ha rivolto, in diretta tv, dal parlamento turco, lanciando un messaggio di amicizia, il 6 aprile scorso.

Il presidente dell’Uzbekistan è politico troppo lucido e lungimirante perché si possa pensare che questa pubblicazione, che concentra, pur nella sua brevità, il Karimov-pensiero in campo politico, economico e culturale, sia stata pensata e diffusa proprio in questo periodo così cruciale per la comunità internazionale solo per una casuale coincidenza.

Io invece sono persuaso che lui, attraverso questo saggio, abbia voluto far arrivare ai grandi della terra che si sono riuniti a Londra per il G20 un messaggio forte e chiaro sulla crisi globale che da finanziaria è rapidamente e crudelmente diventata economica e sociale e che dai paesi anglosassoni, Usa e Gran Bretagna, che ne hanno la responsabilità, si è diffusa, quasi in tempo reale, non solo ai paesi più sviluppati, ma anche alle regioni in via di sviluppo ed infine a quelle più deboli e povere economicamente.

Il messaggio forte e chiaro del Presidente Karimov è stato indirizzato ovviamente soprattutto ai paesi del G8 e del G20, anche perché nei prossimi summit di luglio e di settembre tengano bene in conto non solo le ragioni dei Paesi dell’Asia centrale che lui così autorevolmente da tempo guida politicamente, ma anche di tutti i paesi poveri ed in via di sviluppo che, se economicamente rappresentano solo il 15% del PIL mondiale e mediaticamente hanno una visibilità vicina allo zero, purtuttavia essendo essi la stragrande maggioranza dei popoli della terra hanno pur sempre un peso non solo sociale, morale, religioso e quindi anche politico che non può essere in alcun modo trascurato.

Il messaggio di Karimov infine è, ovviamente e soprattutto, indirizzato all’orgoglioso e coraggioso popolo dell’Uzbekistan perché, pur vivendo al pari di tutti i paesi della terra le particolari difficoltà e sofferenze innescate dalla crisi economica più esplosiva dai tempi della grande depressione di ottant’anni fa, esso sia consapevole che, tenuto conto dell’indissolubile interdipendenza economica e finanziaria tra i diversi paesi accentuata dalla globalizzazione dei mercati regionali ed internazionali, le precauzioni preventive messe in campo dal governo uzbeko già da tempo, all’approssimarsi della crisi, a tutela dei propri cittadini, così come le decisioni immediatamente assunte a seguito dell’esplosione della crisi si sono dimostrate, le une e le altre, molto azzeccate, capaci di contenere fortemente le nefaste conseguenze delle quali tale crisi è stata dappertutto portatrice.

Aggiungo inoltre che appare incredibile come questo saggio, un vero concentrato del Karimov-pensiero in campo politico, economico e finanziario, anche se localizzato sullo scenario limitato di un paese solo, l’Uzbekistan, e limitato ad una sola regione dell’Asia centrale, esso appare particolarmente preveggente, anticipando per molti aspetti, nel mese di febbraio 2009, le scelte di politica finanziaria, economica e sociale soprattutto che, oltre un mese dopo, ha assunto il Summit del G20 nell’incontro del 2 aprile scorso a Londra.

Le due parti di questo testo, quella iniziale relativa alla lucida analisi dell’origine e delle cause della crisi finanziaria, economica e sociale, e la parte successiva della terapia, delle risposte cioè alla crisi globale, appaiono per larghe parti come la bozza, il canovaccio di un testo che poi pare quasi fungere da base di riferimento per le analisi, le diagnosi e le terapie che i paesi del G20 hanno maturato e assunto un paio di mesi dopo.

La filosofia politica all’origine delle decisioni assunte dal G20 di Londra del 2 aprile scorso relative agli stimoli per affrontare la crisi con immissioni di fondi a supporto della domanda interna di molti paesi, anche dell’Europa dell’Est, oltre che le regole e le strutture delegate per meglio monitorare e controllare il sistema finanziario globale, frutto della mediazione tra le due linee, quella americana e quella europea, sostenuta quest’ultima con vigore nel corso del Summit dai leader di Francia e Germania, sono praticamente state anticipate dal governo dell’Uzbekistan ed in parte si trovano illustrate in questo testo del Presidente Karimov, già da tempo.

Il modello di nuovo capitalismo e di nuove regole di governance emerse dal G20 risultano implicitamente delineate nei meccanismi suggeriti da Karimov per creare nel paese un clima favorevole agli investimenti come principale fattore per accelerare le riforme strutturali.

I fondi destinati dai programmi di sviluppo da tempo approvati dal governo uzbeko a favore dell’agricoltura, della capitalizzazione del sistema bancario attivo sul Microcredito e destinati ad accrescere la competitività delle piccole e medie imprese locali, con l’obiettivo di sviluppare la piena occupazione della popolazione e a supporto delle famiglie e delle categorie più deboli del Paese, riflettono le scelte che soprattutto per iniziativa dei paesi europei sono state approvate dal Summit di Londra.

Del resto gli apprezzamenti espressi recentemente dalle Agenzie di raiting Moody’s e Fitch sul sistema finanziario locale erano già suonati come implicita approvazione delle scelte operate dalle autorità uzbeke.

Il programma anticrisi 2009-2012, varato recentemente dal governo uzbeko, rappresenta peraltro la stella polare di un paese che ha scelto di pianificare il proprio futuro con un impegnativo gruppo di obiettivi che vanno, da una rapida modernizzazione tecnica e tecnologica ad una messa in campo di concrete misure di sostegno alle proprie aziende esportatrici, da una politica del risparmio e del graduale controllo dei costi produttivi alla promozione di misure per innovare i propri impianti

energetici in funzione del risparmio e della sicurezza, fino ad un permanente stimolo della domanda interna per favorire la produzione industriale ed il mercato locale.

Assoluta priorità del programma economico restano le riforme strutturali e la diversificazione in campo produttivo per favorire strategicamente un più alto tasso di generale competitività del paese e di innalzamento degli standard di vita della popolazione.

Infrastrutture sociali, attenzione permanente alla formazione ed alla sanità e una crescente occupazione sono gli obiettivi primari e lungimiranti della politica adottata dal paese alla ricerca ossessiva di innalzamento del tasso di giustizia sociale del Paese.

Quello della giustizia sociale appare certamente il tratto distintivo, il marchio di fabbrica della politica da padre della patria di Islam Karimov.

La disuguaglianza emerge alla fine da questo testo come il vero e intollerabile peccato del mondo per combattere il quale Karimov è armato da una forte determinazione.

Egli appare infatti in questo saggio fortemente persuaso che la disuguaglianza e l’ingiustizia sociale sono il vero blocco della democrazia e soprattutto di un nuovo tipo di crescita, sostenibile solo se socialmente condiviso.

Solo se un nuovo patto sociale verrà concordato, questa crisi, sia ai livelli regionali che a quelli planetari, determinerà una crescita ed uno sbocco verso il futuro.

In fondo fu il trittico della modernità: libertà, uguaglianza, fraternità.

Quale crescita ci potrà mai essere senza una redistribuzione del reddito e della ricchezza?

È una domanda che appare la linea costante, insistente, ripetitiva di questo testo di Karimov, ma è anche il disperato appello che cresce di tono e di volume in queste ultime settimane non solo dai milioni e milioni di disoccupati, ma anche dai giovani, dalle università, dalle autorità religiose, dai leader illuminati ed autorevoli di tutto il pianeta.

L’Uzbekistan è un paese giovane e di giovani, destinato ad un futuro politico, economico e sociale importante.

La sua leadership naturale nella regione, il suo prestigio internazionale, l’attivo ruolo anche di impulso e di proposta svolto nell’ambito di importanti istituzioni internazionali, lo straordinario rispetto e il riconosciuto apprezzamento di cui godono il suo leader ed i suoi dirigenti più in vista in ambito internazionale, lasciano prevedere un futuro di sicure prospettive per questo paese.

La crescente importanza geostrategica che la parte centrale della regione euroasiatica va assumendo nell’ambito della comunità internazionale, anche a ragione degli sviluppi geopolitici dell’ultimo ventennio, legittimano sempre più, anno dopo anno, il titolo dell’Uzbekistan ad essere leader regionale imprescindibile in vista dei nuovi equilibri che vanno maturando nella regione dell’Asia centrale chiamata a giocare un ruolo di crescente importanza nell’area più delicata del pianeta.

La stabilità interna, la crescita economica costante, l’affidabilità internazionale, il ruolo sempre intelligente giocato nelle aree di crisi della regione, fanno oggi dell’Uzbekistan un leader apprezzato ed un partner di prestigio.

Per Cina, Usa, Europa e Russia, nell’intera regione euro-asiatica, l’Uzbekistan è diventato sempre di più il primo partner di riferimento, uno dei pochi attori dai quali è sempre meno possibile prescindere.

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Luigi Iperti

Presidente Camera di Commercio Italia Uzbekistan

L’Uzbekistan, un paese ricco di oltre 27 milioni di abitanti, ricopre una posizione strategica nell’Asia centrale. Esso confina con paesi noti come il Kazakhstan e l’Afghanistan e altri meno noti come il Turkmenistan e il Tajikistan ed ha una posizione quasi baricentrica rispetto a paesi che sono diventati protagonisti di un tumultuoso e recente sviluppo, come Cina, Russia, India e Iran.

Noi tutti ricordiamo l’Uzbekistan per le Sue città dalla storia antica, come Samarcanda, e per essere attraversato dalla via della seta che Marco Polo percorse nel suo viaggio verso la Cina.

La crisi mondiale, che ha investito le istituzioni finanziarie, le banche ed i mercati azionari provocando brusche riduzioni degli investimenti, della domanda e degli scambi internazionali e di conseguenza il calo della produzione industriale e dell’occupazione, non ha risparmiato l’Uzbekistan ma ha avuto una influenza più limitata per la solida struttura finanziaria del paese.

Certo, afferma il Presidente Karimov, anche l’Uzbekistan fa parte del mondo globalizzato e deve quindi fare i conti con minori ricavi a causa dei minori prezzi delle sue esportazioni di materie prime e di manufatti, ma la sua limitata esposizione creditizia verso l’estero, il saldo attivo della bilancia commerciale e lo sviluppo dei consumi interni attenuano fortemente gli effetti negativi di questa crisi.

Il Presidente Karimov evidenzia con orgoglio i risultati estremamente positivi che l’Uzbekistan ha conseguito nel corso del 2008 con una crescita del 9% del PIL, del 12,7% del settore industriale, del 17,7% dei beni di consumo.

Le esportazioni sono cresciute del 28,7% e il deficit del bilancio dello Stato è stato contenuto nel 1,5% del PIL.

Il Presidente Karimov partendo da questi dati molto positivi conferma e, in un certo qual modo, rilancia un programma ambizioso per il futuro.

Il programma prevede l’ammodernamento dei sistemi di produzione, l’estensione delle privatizzazioni, importanti aiuti alle piccole e medio industrie in termini di credito e altre agevolazioni. Una particolare enfasi viene posta nell’adozione di innovazioni e moderne tecnologie nei processi produttivi.

Il programma include anche la costruzione di nuove infrastrutture e il miglioramento della produzione agricola che nell’Uzbekistan contribuisce in modo determinante al PIL nazionale e all’occupazione di una parte importante della popolazione.

Il progetto di ammodernamento del paese, in parte già avviato, prevede investimenti per 24 Miliardi di dollari e riguarda praticamente tutti i settori: l’energia, l’industria chimica e petrolifera, la metallurgia, l’industria leggera, l’industria tessile e l’industria dei materiali da costruzione.

Prima di concludere questa introduzione vorrei evidenziare una mia riflessione.

Il messaggio, in lingua italiana, del Presidente Karimov deve essere da noi letto come un implicito invito all’Italia ed ai nostri imprenditori a prendere in seria considerazione il programma di sviluppo dell’Uzbekistan dei prossimi anni e come un’apertura a enormi possibilità di collaborazione tra i nostri due Paesi.

Le piccole e medie industrie italiane, ricche di know-how specifici con efficienti sistemi di produzione e forte presenza internazionale possono certamente diventare partner ideali per gli imprenditori uzbeki che intendono modernizzare le loro industrie ed esportare prodotti di qualità.

L’Uzbekistan ha solide relazioni politiche e commerciali con i paesi che gli sono vicini, e che ho citato all’inizio del mio discorso, ma guarda con attenzione all’Europa ed all’Italia in particolare come dimostra la partecipazione attiva del suo Ministro degli Esteri alla Conferenza degli Stati dell’Asia centrale, tenuta a Roma nel settembre del 2007.

Sono sicuro che gli imprenditori dei due paesi non mancheranno di cogliere i vantaggi di una collaborazione reciproca e sapranno lavorare per realizzare progetti congiunti.

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Emilio Bonifazi

Sindaco del Comune di Grosseto

L'attuale crisi finanziaria ha posto l'attenzione su un molti temi di assoluto rilievo e dall'incerta risposta.

La pubblicazione che ho l'onore di introdurre descrive con grande chiarezza la situazione dell'Uzbekistan, il grande impegno da parte della Amministrazione pubblica di trovare strade per lo sviluppo della Nazione, in un momento nel quale la difficoltà economica mondiale si abbatte su un paese impegnato, tra l'altro, nel delicato passaggio all'economia di mercato.

La trattazione offre una interessante prospettiva su quanto questo Stato abbia intenzione di porre in atto, con determinazione e tempismo, per incidere sull'impatto della crisi, non priva di stimolanti spunti di riflessione anche per chi, come noi, leggiamo condizionati giocoforza da un contesto locale profondamente diverso.

Tra gli interessanti elementi che emergono dalla sua lettura, colpisce come alcune domande accomunino realtà profondamente distanti. In particolare, il quesito che ci poniamo è come riuscire ad arginare gli effetti catastrofici e globali che colpiranno duramente anche le economie locali, dopo aver fatto vacillare i macro-sistemi economici.

Non si può non comunicare con l'esterno, non è possibile essere isolati e protetti dai fenomeni macro economici mondiali. E' una realtà ormai indiscutibile. Ciascun sistema locale e' saldamente incardinato in un sistema di relazioni, del quale a volte non siamo neppure consapevoli fino in fondo, che non può lasciare alcun margine di dubbio sulla vulnerabilità di qualsiasi sistema agli elementi esterni.

Ed allora: i piccoli sistemi locali hanno la capacità di incidere sull'attuale situazione, oppure sono totalmente in balia di eventi non controllabili, di natura completamente esogena? Ed ancora, quali sono i punti nodali sui quali è corretto scegliere di operare? Quali gli obiettivi che è legittimo porsi?

In altre parole, la domanda che ci poniamo è se le peculiarità di uno Stato o di una comunità locale sono in grado, attraverso interventi di politica mirati, di guidare la propria comunità alla fine della crisi, di concerto con le politiche e le scelte di intervento indicate a livello macro.

Un altro tema di grande interesse, ampiamente affrontato nel testo del Presidente..., è il ruolo dell'Amministrazione pubblica nel gestire l'economia, un argomento che si è imposto all'ordine del giorno dei Governi mondiali, e che ha portato a scelte in grado di stravolgere anni di tradizione profondamente liberista.

La lettura di un testo come quello redatto dal Presidente, ha il grande merito di porre il lettore di fronte ad un confronto non solo culturale, ma in grado di illuminare similitudini e prospettive comuni a realtà geograficamente e economicamente profondamente diverse, chiarisce con efficacia quali sono le priorità imposte dalla situazione mondiale.

Il sostegno al credito, l'efficiacia delle politiche pubbliche, la salvaguardia del sistema imprenditoriale sono elementi fondanti dell'azione di tutti i soggetti istituzionali che vogliano agire al meglio per proteggere e indirizzare la propria comunità.