13/05/11 Bisogna essere in grado di conservare il buon senso

Дата публикации: Feb 09, 2012 1:36:7 PM

BISOGNA ESSERE IN GRADO DI CONSERVARE IL BUON SENSO

Mentre in Giappone è in atto una terribile catastrofe naturale associata ad un insolitamente forte terremoto che ha provocato lo tsunami, sarebbe utile se i leader politici di tutto il mondo fossero più consapevoli della fragilità di tutte le creazioni umane davanti alle catastrofi naturali. Siamo lontani dai tempi quando l'ideologia in qualsiasi situazione infondeva la speranza che l’uomo sara in grado di superare la forza della natura e le catastrofi naturali. Perciò, i grandiosi progetti e le grandi conquiste della follia materialista del XX secolo vanno valutati con cautela, perché essi mettono sempre in discussione la sicurezza del popolo. Nessun paese, in realtà, non è immune alle calamità naturali, come ha ricordato il segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon, il quale ha citato le cifre, secondo cui solo nel 2010 a causa delle calamità naturali sono state uccise 250 mila persone. Nel 2011 queste cifre potrebbero essere ancora più disastrose.

Per tutte queste ragioni, i problemi riguardanti l'acqua e l’energia idroelettrica nell’Asia Centrale ancora una volta diventano estremamente rilevanti e dovrebbero essere considerati con una maggiore attenzione. Dopo aver espresso la preoccupazione per le conseguenze delle catastrofi ambientali, economiche ed umane, legate all'essiccazione del lago d'Aral, le autorità Uzbeke hanno giustamente posto ad altri stati della Regione la questione dell'uso razionale delle risorse idriche nell’Asia Centrale. In realtà, va notato il fatto che tutte le risorse idriche nella Regione provengono dai bacini dei fiumi Syr Darya e Amu Darya, i quali riforniscono tutta la Regione con una popolazione di 50 milioni di persone.

É evidente, che in caso di perdita del livello di questi fiumi, il disastro ecologico ed umano sarà enorme. Pertanto, tutte le questioni riguardanti la costruzione di centrali idroelettriche e l'uso dell'acqua per l'agricoltura in questa regione devono essere considerate tenendo conto della natura transfrontaliera di questi fiumi. E' importante ricordare che l'85% delle risorse idriche in Uzbekistan si formano al di fuori del paese, nel territorio del Tagikistan e il Kirghizistan.

La preoccupazione delle Nazioni Unite, il diritto internazionale, un approccio costruttivo della Banca Mondiale e la Banca Asiatica per lo Sviluppo danno una speranza che verranno trovate soluzioni positive e legali da poter evitare i danni agli interessi vitali degli stati dell'Asia Centrale proponendo i progetti per la costruzione delle grandi dighe e le centrali idroelettriche in singoli paesi della regione.

La posizione dell’Uzbekistan in merito alla questione è legittima, e comprende le misure che promuovano una ripartizione equilibrata delle risorse idriche ed energetiche. Questa posizione ragionevole deve essere mantenuta perchè solo in questo modo sarà possibile prevenire la vasta gamma delle minacce provocate dalle condizioni naturali. Questo è un elemento fondamentale per la pace e l’equilibrio per tutta la regione. Gli Stati che considerano l'acqua una merce, si sbagliono profondamente a questo proposito, e dovrebbero essere condannate dalla comunità internazionale.

In questo contesto bisogna rilevare che il progetto del Governo della Repubblica del Tagikistan di costruzione della centrale idroelettrica di Rogun comincia ad acquisire non solo il carattere problematico, ma anche l’emblematico, e questo è il minimo che possiamo dire in merito.

La natura problematica sta nel fatto che questo già grande progetto dell'era sovietica, che è stato sviluppato circa 40 anni fa, rappresenta un enorme pericolo.

Prima di tutto, la sua attuazione avrà le conseguenze catastrofiche sul flusso del fiume Amu Darya, mentre il potenziale agricolo delle zone adiacenti sono già gravate da acqua bassa e un clima continentale.

Insieme a questo, l'intero equilibrio ecologico della regione può essere sottoposto alle ulteriori conseguenze disastrose, in quanto l'ambiente della regione negli ultimi decenni è gravemente degradata e indebolita dal improvviso prosciugamento del Mare d'Aral. E’ evidente quali effetti negativi potrà avere la realizzazione delle ambiziose decisioni politiche di costruzione delle centrali idroelettriche proposte dagli ideologi convinti che l’uomo è il re della natura.

E, infine, nessuno può negare il fatto che nella zona dove sarà costruita la centrale idroelettrica di Rogun sono presenti forti e ricorrenti terremoti. Si può facilmente immaginare il danno economico ed umano che può derivare dalla recidiva attività sismica, come spesso accade in questa zona. Tenuto conto di questi fattori, Rogun non è altro che suicidio. Le recenti catastrofi naturali in Giappone ne sono un chiaro esempio.

Il carattere emblematico sta nel fatto che i seri esperti delle grandi organizzazioni internazionali hanno trovato il coraggio di esprimere le loro preoccupazioni in merito al progetto di costruzione della centrale di Rogun. Va notato il fatto che gli esperti di alcune aziende private occidentali hanno avuto il coraggio di parlare del pericolo di questo progetto, nonostante gli interessi economici delle loro società che derivano dalla sua realizzazione.

Ora che molte catastrofi ambientali confermano la responsabilità delle rispettive società che loro dovrebbero prendersi cura del pianeta, invece di saccheggiarla e distruggerla, le organizzazioni internazionali e l'opinione pubblica dovrebbero diventare una voce sola per condannare questo progetto che porta danni e pericolo per tutti i paesi dell'Asia Centrale. Nessun paese al mondo non ha alcun diritto di appropriarsi della fonte di acqua necessaria per la vita a spese dei suoi vicini. Inoltre, nessun paese ha il diritto di mettere in pericolo il suo popolo e la popolazione degli Stati confinanti con il pretesto di attuare le opere grandiose, ma pericolose, a causa della imprevedibilità e la difficoltà di valutare il pericolo che deriva dai capricci della natura.

Come vediamo, questo problema ha anche un aspetto morale. Scommetto che la saggezza prevalga. Bisogna revisionare o abbandonare la valutazione dei progetti di costruzione dei Centrali idroelettriche di grandi dimensioni nell’Asia Centrale, in quanto loro, da un lato, sono il risultato della follia ideologica sovietica, dall'altro sono un’altra ragione per perseguire nuovi profitti nella situazione attuale. Né l'uno né l'altro non può giustificare l'uccisione ecologica di un'intera regione, o non dovrebbe mettere in pericolo la vita di molti milioni di persone, in modo da soddisfare le esigenze dei singoli Stati.